lunedì 31 agosto 2015

Lussuria

La lussuria è nuda, ma la sua nudità non è innocente. Il suo sguardo è carezzevole, il volto è giovane e il corpo è attraente fino ad essere desiderabile senza condizioni. Gli incitamenti della lussuria sono irrefrenabili e portano alla dissipazione di ogni cosa: sentimenti, fortune, denaro, amicizie, rispetto per gli altri e per se stessi. La lussuria non è mai sola. Le sono compagne la millanteria, la sfacciataggine, l’impudenza, l’intemperanza, la concupiscenza. La lussuria si esibisce sul palcoscenico della decadenza, non ha ritegno, non ha moderazione. La lussuria rifugge dal segreto, dai luoghi nascosti e privati per esporre le sue scelleratezze al mondo intero. La lussuria cerca la condiscendenza e la complicità. Ognuno sa che la lussuria si può fingere innamorata ma sarebbe imperdonabile crederla sincera. Che vi sia nella lussuria qualcosa di carnale non possiamo certo negarlo. Tuttavia ciò che nella lussuria è più carnale è proprio quanto nella carnalità è più effimero, e cioè la sua durata. Presto il volto giovane e accattivante della lussuria svela la sua natura fugace e deturpata dallo scorrere inesorabile del tempo e dall’avanzare della corruzione.
Nonostante questo, la lussuria è un vizio che siamo disposti a tollerare nella gioventù e nella maturità. Ciò che è davvero penoso, invece, è essere testimoni della lussuria di chi è giunto alle soglie della vecchiaia e si fa vanto della sua ricchezza e del suo potere per afferrare l’inafferrabile e, con l’intento di proferire l’ineffabile, finisce semplicemente per dire balordaggini.